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Matteo Bonafede la grande esperienza di un giovane maestro

QUANDO L’ARTE INCONTRA LA MAESTRIA ARTIGIANA

Nel mondo contemporaneo il gioiello ha perso la sua funzione storica, quella di sigillare il grado di potenza e ricchezza dei regnanti sulla terra come nei cieli.
Le opere di oreficeria moderna raccontano dell’abilità, del talento dell’artigiano orafo e, semmai, del gusto di chi sceglie d’indossarlo.
Metaforicamente se l’abito è la frase che riveste il corpo, il gioiello ne è la punteggiatura.

MATTEO BONAFEDE

Matteo Bonafede è un’esponente molto significativo dell’arte orafa attuale. Nato a Valenza nel 1974, ha ereditato la passione dal padre orafo. Nel laboratorio paterno ha imparato il “saper fare” che lui chiama Materia, Gesto, e le fondamentali tecniche tradizionali indispensabili per scoprire le vie all’innovazione.
Per Matteo pareva indispensabile unire la manualità alla cultura, il Sapere. Scelse di studiare filosofia  all’università di Pavia. Uno studio per lui senza fine.
Nel 1998 si stabilisce a San Sebastiano Curone dove vive tutt’ora con la moglie, Greta Pennacca ed i figli, Elia e Emma.
Nel 1999 apre il suo laboratorio dove insegue la precisione e la disciplina, lavorando non solo con materiali nobili, ma anche con sassi, guarnizioni idrauliche, livelle, acciaio, corde nautiche e così via.
Sono gli anni in cui gli viene riconosciuta, da parte dell’Eccellenza Artigiana Piemontese, la qualifica di Maestro d’Arte. Vince inoltre il Premio Nazionale Prodotto Artigiano presentando un gioiello multifunzionale.
La magia nella vita professionale di Matteo Bonafede si arricchisce grazie all’incontro con il Maestro GianCarlo Montebello nel 2002. Fra loro si crea un rapporto di fiducia, d’amicizia e di intensa collaborazione che durerà fino al 2020, anno in cui il grande Maestro purtroppo scompare.
“Se la filosofia può togliere la terra sotto ai piedi, GianCarlo mi ha spinto a superare poco per volta i miei limiti, imparando nuove tecniche e persino inventandone altre. Da me ha preteso quello che non aveva preteso da altri, spingendomi ad una costante evoluzione”.

GIANCARLO MONTEBELLO E MATTEO BONAFEDE: UN PERFETTO SODALIZIO

Il confronto serrato fra i due Maestri, l’empatia, creano la condizione per Montebello di affidare a Matteo l’incarico di riprodurre i gioielli disegnati con la collaborazione di artisti fra gli anni ’60 e ’70 e realizzati con la sigla GEM. Si trattava di una attività editoriale di gioielli d’artista fondata da Montebello e sua moglie Teresa Pomodoro. I progetti erano di una cinquantina di artisti fra i quali, César, Sonia Delaunay, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Hans Richter, Larry Rivers, Niki de Saint Phalle, Jesus Soto, Alex Katz e Man Ray, che lui ha sempre considerato una guida e un maestro oltre che un amico.
Montebello subì un drammatico furto nel 1978, delle opere orafe GEM non rimase più nulla.
Da allora l’artista creò unicamente “ornamenti per il corpo”, come li definiva lui, di sua invenzione.
L’incontro con Matteo risvegliò in Montebello il desiderio di riprodurre alcuni pezzi della famosa collezione GEM.
Di quest’esperienza Matteo dice, “Ho acquisito progressivamente la capacità di interpretare la sensibilità degli autori-artisti e di trasmettere il loro messaggio attraverso la creazione dei loro gioielli”. Come un musicista dinnanzi alla partitura di un compositore.

Matteo Bonafede, la sua attività

Attualmente per la fondazione Fausto Melotti Bonafede restaura delle opere in oro e argento dell’artista.
Collabora con la collezionista/editrice Diana Kuppers per la realizzazione di edizioni dell’artista Gunther Huecker. “Ho da poco finito un’opera di Gunther Uecker”, dice Matteo, “GianCarlo purtroppo non l’ha vista completata. Sento nelle orecchie quello che avrebbe potuto dirmi, per esempio che l’ago della spilla è troppo duro…”.
Collabora con Friedman Benda, dell’omonima galleria di New York, per la realizzazione di gioielli d’artista della GEM e attualmente dell’artista Misha Kahn.
La ricerca personale continua. Matteo Bonafede partecipa a numerose mostre collettive. Vince il  concorso internazionale di design VeDeRe nel 2008 con un gadget dedicato alla Reggia di Veneria Reale.
Nove anni dopo, insieme al Maestro Montebello, firma un progetto congiunto: “Over”.
Ottengono la menzione d’onore al concorso internazionale Wearable Expressions, a Palo Alto, California.
Nel 2014 incontra il designer Franco Mello con il quale collabora all’edizione di gioielli d’artista “Sfioro”.
Sin dai suoi esordi, Matteo Bonafede contribuisce attivamente ai dibattiti sull’artigianato d’avanguardia italiano. Ha steso il “Manifesto dell’Artigianato d’innovazione” con scritti e interventi di Achille Bonito Oliva e Michelangelo Pistoletto. Ha fondato e presieduto l’Associazione Nazionale degli Artisti Artigiani della quale è Presidente Onorario. Cura mostre di arti applicate e partecipa, in qualità di relatore, a incontri tematici sull’artigianato d’arte.
Con il sostegno di Montebello ha creato fiere diventate poi nazionali, ma ha anche fatto formazione, organizzato dibattiti, incontri con critici (fra cui Philip Daverio nel 2012), politici, esperti.
Obbiettivo: unire il Sapere con il Saper Fare ad Arte.

Matteo Bonafede, il progetto

Sicuramente continuare a dare sostanza e vita agli oggetti disegnati da GianCarlo Montebello come anche alle opere per le edizioni di GEM, un patrimonio ereditato di conoscenze unico e indelebile.
Pur creando i suoi gioielli, Bonafede riparte da dove Montebello si è fermato: lavorare con artisti contemporanei, riprodurre i loro disegni per l’oreficeria d’arte.
Un oggetto d’arte, un gioiello portatore di gioia, è cosa lavorata per vivere anche nel tempo a venire. Matteo tace, riflette, poi dice: “Sai, per farsi perdonare le nefandezze, l’umano tenta di creare bellezza, la insegue. Se non fosse così la bilancia penderebbe troppo dalla parte dei torti commessi dall’uomo”.

di Benedetta Barzini, Marzo 2021